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Cos'è l'insicurezza alimentare?

L’insicurezza alimentare è una situazione in cui le persone non possono soddisfare le proprie esigenze dietetiche in modo coerente.

Ciò può variare da situazioni in cui le persone sperimentano problemi periodici con l’accesso al cibo alla carestia, in cui le persone semplicemente non sono in grado di ottenere cibo in qualsiasi momento.

A livello globale, l’accesso incoerente al cibo è un problema di notevole preoccupazione dal punto di vista politico, ambientale, sociale ed etico. Sono stati messi in atto numerosi programmi per combattere la fame e ridurre l’insicurezza alimentare.

Molte cose possono portare all’insicurezza alimentare. Una semplice causa è la mancanza di accesso economico. Le persone che non hanno soldi non possono permettersi di acquistare cibo o non possono permettersi di fare scelte nutrizionali corrette perché non hanno i fondi per prendere buone decisioni di acquisto.

Alcuni programmi che si occupano di questioni di sicurezza alimentare forniscono accesso al cibo attraverso buoni pasto, banche alimentari e altre misure progettate per fornire cibo nutriente alle persone affamate.

Lo stato di povertà nel 2020 è aumentato del 12%

Si stima che dal 2020 lo stato di povertà sia aumentato del 12% ovvero 928 milioni di persone hanno sofferto di insicurezza alimentare grave, quasi 148 milioni in più rispetto al 2019.

Nel mondo 1 persona su 9 soffre la fame.

Nel settembre 2015 circa 193 leader mondiali scrissero un impegno per il raggiungimento di 17 obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile: l’agenda 2030.

Il secondo obiettivo sostiene di porre fine alla fame nel mondo e di promuovere l’agricoltura sostenibile. A causa della pandemia e anche della crisi climatica questo obiettivo di “fame zero” sembra sempre più lontano e verrà mancato con un margine di quasi 660 milioni di persone.

Nei caraibi il 41% della popolazione soffre la fame

Le condizioni che colpiscono il 41% dell’America Latina e dei Caraibi nel 2020: parliamo di 267 milioni di persone, 60 in più rispetto al 2019.

Di questi 267 milioni di persone, 92,8 stanno combattendo una grave insicurezza alimentare: questo significa che in un anno esauriscono le scorte o digiunano per uno o più giorni.

Quel numero è quasi raddoppiato da 47,6 milioni nel 2014. Tutti gli altri, invece, sono stati costretti a ridurre la quantità o la qualità del cibo (in questo caso si parla di moderata insicurezza alimentare) a causa della mancanza di fondi ad un certo punto del 2020.

In Venezuela, Messico, Colombia, Brasile… il 54% delle famiglie sono povere.
Secondo un rapporto della CEPAL, nell’ultimo anno il tasso di povertà estrema nelle regioni è aumentato in modo drastico.

Prova visiva della situazione sono gli scatti del fotoreporter Domingos Peixotosi, i quali raffigurano un gruppo di indigeni rovistare in un camion di una fabbrica alla ricerca di pezzi di carne commestibile.

Le fotografie hanno mostrato l’emergenza fame che affligge l’America Latina.
Per José Graziano da Silva direttore della FAO “la fame di oggi non è come quella del passato. C’è cibo in abbondanza, addirittura lo si getta. Eppure in tanti in Brasile fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. La carne è sparita dalla tavola perché troppo cara, i poveri adesso mangiano uova come proteina animale principale”.

L’Istituto Fame Zero nasce per riaprire il dibattito pubblico in Brasile sulla questione della fame affinché si possa contrastare un fenomeno che è tornato ad essere un’emergenza.

La fame non è la conseguenza della mancanza di produzione di alimenti ma della mancanza di accesso ad essi, ovvero della mancanza di soldi per poterli acquistare.

Fonti : http://www.vita.it/it/blog/latinos/2021/10/10/la-vergogna-della-fame-in-america-latina-e-nel-mondo/5090/

A.S. 2021-2022

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