Parlare di un’icona musicale come Bob Marley sicuramente non è facile. Ridurre in poco meno di due ore la sua vita e mostrare l’importanza di questo cantante, che ha influenzato la cultura mondiale dagli anni ‘70, sembra un’impresa. Nel film “Bob Marley: One Love”, viene usata la solita struttura narrativa che si usa per questo tipo di film, dove viene mostrato principalmente il punto di svolta della sua carriera mescolata con flashback e momenti di grande difficoltà.
Gli intenti del film sono due: il primo ben riuscito, il secondo meno. Da una parte, quello di spiegare e svelare alle nuove generazioni come Bob Marley, con la sua musica, sia riuscito a smuovere qualcosa nell’animo del suo popolo che, in quel periodo, era in conflitto a causa di una sanguinosa guerra civile tra i sostenitori del Partito Laburista Giamaicano e quelli del Partito Nazionale del Popolo. Infatti, grazie al suo “One Love Peace Concert” organizzato a Kingston nel 1978, riuscirà a far stringere la mano ai leader dei due partiti, davanti a tutto il mondo. Il secondo intento è quello di far rispolverare e di ricordare alle generazioni che hanno vissuto quel periodo l’importanza della pace tra i popoli e l’esigenza di opporsi sempre alla violenza e all’odio. Purtroppo, questo messaggio è passato in sordina a causa dell’importanza che è stata data alla vita di Bob Marley e al poco interesse verso il messaggio che ha voluto sempre comunicare.
Da spettatore che ha conosciuto il suo messaggio dopo anni dalla sua morte, credo che guardando questo film arrivi molto l’impegno e la sofferenza che ha impiegato e vissuto per tramandare a tutte le generazioni il suo messaggio di pace che, purtroppo, in questo ultimo periodo si sta perdendo. Credo che questo film sia stato pubblicato nel momento giusto perché, seppur con qualche difficoltà, ricorda alla vecchie e nuove generazioni il grido di pace di Bob Marley, che mi auspico possa risvegliare in tutti noi il nostro lato migliore e pacifico ormai addormentato da troppo tempo.
Tommaso R, a.s. 2023/2024
